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Disposizione a stella

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Nelle sedute di analisi di piccoli gruppi, il terapista di solito, segue le catene di associazioni che si generano. Un modo diverso di seguire la seduta è quello di immagine che gli interventi dei membri siano connessi ad un punto centrale. Utilizzare la disposizione a stella consiste nel percepire i dati non sotto l’aspetto temporale (seguendo l’ordine in cui sono stati detti), ma secondo la categoria spaziale. Se il terapista mantiene questa prospettiva per un po’ di tempo, noterà un nucleo centrale, e successivamente sarà in grado di vedere tutti gli elementi in relazione con esso.

Quando le associazioni dei diversi individui si fondono dando l’impressione che sia il risultato di un’attività di gruppo, si possono individuare due nuclei a diversi livello.

Il nucleo del primo livello corrisponde a delle fantasie perconsce che trovano facilmente connessioni con il tema della seduta. Tali fantasie possono essere elaborate attraverso un processo conoscitivo (processo che Bion chiamava trasformazioni in K).

Il nucleo del secondo livello, invece, si riferisce a fantasie molto potenti ma non ancora ben definite. Non è possibile conoscere questo nucleo, perché primo di forma, ma tale nucleo può evolversi. Bion parlava di evoluzione in O, ovvero evoluzione di ciò che non è conosciuto. Il compito dell’analista non è quello di dare delle interpretazioni, ma di mettersi in accordo con O e fare in modo che anche gli altri membri lo facciano.

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